Affascinante e misterioso, non è un caso che il gatto sia al centro degli studi e delle ricerche di diversi etologi e comportamentalisti che, senza sosta, cercano di comprenderne ed analizzarne i comportamenti più bizzarri. Quel che è certo, è che la percezione della realtà è un fattore che influenza non poco il comportamento di un individuo o di un animale; e nel caso in esame, vale la pena di soffermarsi su come vedono i gatti, in quanto ciò può davvero gettare su di loro una luce nuova.
Tanto l’occhio felino quanto quello umano sono dotati di bastoncelli e coni; entrambi sono fotorecettori, destinati però a funzioni differenti in quanto i bastoncelli sono deputati alla percezione del movimento e alla visione in condizioni di luce scarsa, mentre i coni riguardano invece la percezione dei colori.
Nell’occhio del gatto sono presenti più bastoncelli rispetto a quello umano, mentre i coni sono in numero inferiore. Ciò si traduce in una significativa visione periferica e una capacità straordinaria di cogliere movimenti nel buio.
Per la precisione, il nostro felino domestico possiede una visione periferica più estesa della nostra di circa 20 gradi
(180° contro 200°).
Di contro, l’occhio umano è decisamente più efficiente nel distinguere i colori, oltre a essere dotato di superiore acutezza visiva.
È indubbio che il mondo presentato ai nostri gatti sia molto meno vibrante in termini di colori.
Un daltonico affetto da disturbo rosso-verde, cioè incapace o in difficoltà nel percepire questi due colori, può capire meglio di altri come vedono i gatti.
Con “acutezza visiva” si definisce invece come “la capacità dell’occhio di risolvere e percepire dettagli fini di un oggetto”, e dipende da quanto è nitida l’immagine proiettata sulla retina. Chiarito questo concetto, risulta evidente già dalle fotografie precedenti come la situazione sia diversa per il gatto e per l’uomo.
Questo implica che, pur cogliendo i movimenti meglio di noi, un gatto deve avvicinarsi fino a circa 6 metri all’oggetto, persona o animale che ha attirato la sua attenzione, per poterne distinguere il dettaglio.